Oggi diamo il via alla rubrica del nostro Simon d’Exéa.
Nato a Parigi, vive e lavora a Roma. Formatosi presso il grande fotografo Claudio Abate, si è specializzato nella fotografia d’arte, architettura e design. Dal 2011 lavora come freelance e collabora con numerosi artisti contemporanei, musei, gallerie e riviste in Italia e all’estero.
È anche fotografo nel team di pArt.
“Passeggiate eclettiche nelle arti”, una rubrica periodica, una camminata virtuale tra l’arte, la bellezza, i beni culturali e il design. Alla ricerca di curiosità, racconti e aneddoti interessanti.
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Il guerriero di Capestrano è una scultura del VI secolo a.C. rinvenuta nel 1934 da Michele Castagna durante i lavori di dissodamento del suo terreno in Capestrano, edificata sull’antica Aufinum, in provincia dell’Aquila. Aveva le gambe mozzate ed indusse l’archeologo Giuseppe Moretti a successivi scavi grazie ai quali si giunse ad una vera e propria necropoli in cui spiccarono molti altri ritrovamenti tra cui svariati ornamentali femminili.
Il guerriero, la cui decorazione doveva essere in origine completata dal colore dipinto (restano in alcuni punti tracce di colore rosso), rappresenta, in dimensioni più grandi del vero (l’altezza, senza la base, raggiunge i 2,10 m), una figura maschile stante, con braccia ripiegate sul petto, in costume militare.
Sebbene di eccezionale qualità, la statua sembra inserita nel quadro della scultura picena, per il quale non mancano altri esempi di grandi dimensioni (una stele antropomorfa di Guardiagrele, una testa da Numana).
L’anatomia del guerriero non è definita come nei coevi kouroi greci, ma è più approssimativa, mentre molta più cura è stata dispensata nel raffigurare dettagli come le armi, per sottolineare il rango e l’importanza del personaggio.
È conservato presso il Museo archeologico nazionale d’Abruzzo, a Chieti. Una riproduzione a grandezza naturale è collocata nell’atrio del Castello Piccolomini di Capestrano.
(fonte: Wikipedia)