MADONNA CON BAMBINO TRA I SANTI CARLO BORROMEO E GREGORIO MAGNO
18.700€
Il dipinto rappresenta la Madonna con bambino tra i santi Carlo Borromeo e Gregorio Magno, a simboleggiare due momenti diversi, per periodo storico e localizzazione geografica, della Chiesa Cattolica.
Dipinto su tela in grande formato 2.80×2.20 metri
Artista:
Su base stilistica il dipinto sembra attribuibile ad un artista di buona qualità operante tra la metà del XVII e l’inizio del XVIII, ma solo dopo la pulitura sarà possibile capire di più.
Indirizzo o luogo in cui si trova:
Museo di Santa Maria in Cappella, Roma
Fruizione dell’opera e orari di apertura:
Il Museo è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18, nel cuore di Trastevere.
Periodo storico:
sec. XVII
Durata dell’intervento:
5 mesi
Artista contemporaneo:
Caterina Silva (Roma, 1983) considera la sua pratica pittorica una lotta con il linguaggio e i suoi sistemi di classificazione. Usa la pittura per sondare le parti oscure della mente, quello che non è possibile altrimenti spiegare a parole. Genera immagini aperte, disponibili all’interpretazione dell’osservatore, spazi pittorici meditativi e utopici in cui le nostre categorie di riferimento sembrano decadere. Silva esplora le connessioni tra linguaggio e potere da una prospettiva silenziosa e anti-discorsiva con cui eludere le strutture canoniche di produzione di senso. Attualmente vive tra Roma e Londra.
Il multiplo:
L’artista Caterina Silva, in risposta all’opera del XVII secolo “Madonna con bambino tra i santi Carlo Borromeo e Gregorio Magno”, ha prodotto un lavoro inedito Battito Leggero che lascia intendere la sua identità di pittrice. I piani e le tonalità del quadro sono estrapolate e tradotte in strati di colore e in nuova trama astratta capace di evocare l’atmosfera del dipinto originario. Come nella sua poetica, anche qui, Caterina Silva, padroneggia la tecnica per rendere loquace qualcosa di apparentemente silenzioso e aperto alle molteplici sfumature interpretative. Il foulard pensato dall’artista diventa così un ritratto topografico dell’opera “Madonna con bambino tra i santi Carlo Borromeo e Gregorio Magno”. L’opera rivela tracce intime e profonde del dipinto, segni del tempo, danni, deformazioni, lacune, restituendo così un’immagine della mutazione del tessuto pittorico nei secoli, cristallizzandolo nel momento precedente la sua ulteriore trasformazione determinata dall’intervento di restauro.
Ilaria Gianni
Curiosità & storia:
Il dipinto fu donato alla chiesa il 4 agosto del 1817 da Raffaele Anglada “spagnuolo negoziante in Roma di vini forastieri” per l’altare maggiore della Chiesa. Nel 1825 il Principe Luigi Giovanni Andrea Doria Landi Pamphilj, dopo averlo fatto restaurare confermò la concessione alla Pia Unione della Chiesa.
Stato di conservazione:
La pellicola pittorica è nascosta da spessi strati di vernici ed adesivi antichi, oltre a depositi di fumo e polvere. Una antica tela di foderatura, probabilmente dovuta al restauro del 1825, si è in parte staccata causando deformazioni e sollevamenti della tela originale. Se il volto di S. Carlo Borromeo appare ancora leggibile nelle sue pennellate originali (pur offuscato dagli strati soprammessi) gli altri volti potrebbero essere in parte ridipinti, solo quello di S. Gregorio Magno potrebbe avere danni importanti. Ampie ridipinture sono presenti nella parte bassa, danneggiata da bruciature di candele ed altre forme di degrado meccanico. Diffusi e gravi problemi di adesione degli strati preparatori e pittorici alla tela, che si manifestano in lacune distribuite su tutta la superficie, in particolare nei bruni e nelle aree perimetrali. Le ridipinture sembrano però piuttosto circoscritte, offrendo la possibilità di un ampio recupero del tessuto pittorico oggi quasi interamente nascosto ma conservato sotto gli strati incongrui. Il telaio è originale, in legno di castagno e di ottima fattura, tipica della metà del XVII sec, non espandibile.
Intervento di restauro:
Pulitura della superficie e consolidamento; Sostituzione della tela di foderatura; Stuccatura e reintegrazione pittorica; Rifunzionalizzazione del telaio originale al fine di offrire un tensionamento elastico che permetterà di convivere con le variazioni ambientali senza subire stress meccanici e deformazioni del supporto. Indagini diagnostiche volte all’approfondimento della conoscenza del manufatto: circa 3 sezioni stratigrafiche e/o XRF, per ottenere le informazioni più rilevanti, seguendo l’evolversi della conoscenza del manufatto durante lo svolgimento dell’intervento.
Ditta incaricata:
Equilibrarte srl
Proprietà:
Fondazione Santa Francesca Romana.
Tipo di acquisto | |
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Arte | |
Città | Roma |
Periodo storico | |
Tema |
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CANOVA IN MEMORIA DI GIOVANNI VOLPATO
La lapide ricorda l’intercessione dell’amico presso Clemente XIV ai fini del conferimento dell’incarico per il sepolcro del pontefice, che si trova al termine della navata sinistra, nella Basilica dei SS Apostoli. Antonio Canova realizza la stele in memoria del grande amico e protettore Giovanni Volpato, probabilmente tra il 1804 e il 1807; il busto dell’incisore vi figura raffigurato di profilo, su un tronco di colonna come basamento, al collo una corona di rose. Sulla parte alta del cippo è incisa una dedica che recita: IOH VOLPATO, ANT CANOVA, QUOD SIBI AGENTI ANN XXV, CLEMENTIS XIV P.M., SEPULCRUM FACIUNDUM LOCAVERIT PROBAVERITQ, AMICO OPTIMO MNEMOSYNON, DE ARTE SUA POS, sulla sinistra una donna reclina, in lamento, veste una doppia tunica greca, accanto a lei la scritta AMICITIA.
Location: Italia
Crowdfunding
10.225€Fondi raccolti: 520€
Percentuale raggiunta: 5.09 %
207 giorni rimanenti
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RILIEVO CON AQUILA AD ALI SPIEGATE, EPIGRAFE E BASAMENTO CON LEONE STILOFORO
Unico mecenate22.900€I tre pezzi compongono un insieme di notevole interesse storico artistico. Alla sommità il rilievo con Aquila ad ali spiegate entro una ghirlanda di foglie di quercia, proveniente forse dal foro di Traiano, risale al II secolo d. c., fu molto apprezzato e riprodotto fin dal Rinascimento; già collocato sotto il pulpito dell’antica Basilica, fu in seguito posto da Giuliano della Rovere sopra l’ingresso principale della Basilica, per rendere esplicita la sua volontà di riformare lo Stato della Chiesa sul modello della Roma imperiale. Sotto il rilievo, in una cornice mistilinea con putto alato, l’iscrizione dedicatoria che ricorda probabilmente la ricomposizione dei tre elementi così come si vede attualmente: SIXTO V PONT MAX, ORD MIN CON, IUSTITIAE VINDICI, PROPAGATORI, RELIGIONIS, A M D L XXXVI. Ai piedi il Leone stiloforo, su basamento in marmo moderno. La firma Bassallectus, incisa sul basamento originale che forma un tutt’uno con il leone, si riferisce a un membro non identificato della celebre famiglia di scalpellini romani Vassalletto, che nel XII secolo erano tra le botteghe più attive a Roma, con i Cosmateschi.
Artista:
assemblaggio storico di un’aquila di epoca romana (probabilmente dal foro di Traiano) ed un leone stiloforo medievale.
Indirizzo o luogo in cui si trova:
Atrio della Basilica dei Santi XII Apostoli, Roma.
Fruizione dell’opera e orari di apertura:
Tutti i giorni ore 7.00 – 12.00 / 16.00 – 19.00
Periodo storico:
assemblaggio cinquecentesco di un rilievo romano (II secolo) ed un leone stiloforo (del XII sec)
Durata dell’intervento:
4 mesi
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ULTIMA CENA
Unico mecenate3.700€Stampa a colori su carta, riproducente il dipinto su tela di Adolf Schmitz del 1853. Il dipinto rappresenta la scena del tradimento durante l’ultima cena.
Dimensioni: ca. 100×70 cm.Artista:
Adolf Schmitz
Indirizzo o luogo in cui si trova:
Museo di Santa Maria in Cappella
Fruizione dell’opera e orari di apertura:
Il Museo è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18, nel cuore di Trastevere.
Periodo storico:
sec. XX. Originale su tela datato al 1853
Durata dell’intervento:
2 mesi